Osteopatia e gravidanza: tutto quello che c’è da sapere
È ormai fatto noto che durante la gravidanza il corpo della donna subisce diversi cambiamenti: piccole e grandi modificazioni fisiologiche che servono alla puerpera per sopportare il peso crescente del nascituro, garantire un adeguato spazio alla sua crescita e affrontare il parto.
Dal terzo/quarto mese in avanti, per la donna in stato di gravidanza può essere molto utile farsi seguire da un osteopata qualificato per i seguenti motivi:
- Migliorare e mantenere mobile la colonna per rendere più funzionali i cambi posturali nei vari trimestri, correggere eventuali traumi precedenti alla gravidanza (colpi di frusta o cadute sul coccige) e prevenire eventuali lombalgie tipiche del periodo;
- Conquistare, ripristinare o mantenere un’ottima mobilità del cingolo lombo-pelvico (colonna lombare, articolazioni coxo-femorali, ossa del bacino) sia perché rientra nella funzionalità generale del rachide, ma soprattutto perché questo comparto dovrà consentire la maggior dinamica possibile durante la fase espulsiva del parto;
- Aiutare i tessuti (muscoli-legamenti- connettivo) a esprimere al meglio la loro elasticità soprattutto a livello del pavimento pelvico e del diaframma toracico per l’importanza che queste due strutture hanno nella respirazione durante il travaglio e l’espulsione. Se il diaframma pelvico non è abbastanza elastico potrebbe infatti verificarsi una difficoltà nella dilatazione con conseguenti lacerazioni o rendendo necessaria l’episiotomia;
- Preparare la futura mamma a vivere con maggior consapevolezza – grazie al supporto dell’osteopata – le varie fasi della gravidanza e dello stato del suo corpo, per affrontare anche il parto con meno timore e più naturalezza.
Perciò il trattamento osteopatico – grazie al suo approccio globale e sistemico – si prefigge di accompagnare e seguire la futura mamma durante il periodo dell’attesa, alleviandole eventuali fastidi tipici (dorsalgie, lombo-sciatalgie, coccigodinie) e preparando il corpo ad affrontare il momento del parto nel modo più funzionale possibile sia dal punto di vista osteo-muscolare che da quello emozionale. Di conseguenza, la donna – sentendosi più consapevole del suo corpo – potrà essere ancora di più parte attiva nella nascita del suo bambino, vivendo un parto fisiologico senza traumi né per sé o né per lui.