Blog

Periartrite scapolo omerale

La periartrite scapolo omerale

La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano perché consente diversi movimenti del braccio su tutti i piani dello spazio, oltre che la circonduzione completa. Per questo motivo la sua struttura è molto complessa ed è composta da quattro sotto-articolazioni che si muovono in sinergia le une con le altre: acromion-claveare, sterno-claveare, scapolo-toracica e scapolo-omerale. Queste articolazioni sono costituite da capi articolari molto piccoli dunque è necessario un complesso sistema legamentoso e muscolare per garantire un movimento ampio ed efficace e un’ottima stabilità.

Con il termine periartrite si definisce in modo generico e aspecifico l’infiammazione della spalla che causa dolore soprattutto di notte, a riposo o durante alcuni movimenti quali per esempio: infilare la giacca, allacciare il reggiseno, prendere un libro da uno scaffale alto o pettinarsi.

L’infiammazione di solito interessa la cuffia dei rotatori cioè l’insieme di quattro tendini – sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare e capo lungo del bicipite – che nel loro insieme avvolgono la testa dell’omero e lo stabilizzano alla scapola. In alcuni casi ad essere interessato dall’infiammazione è solamente uno dei tendini, mentre in altri casi si possono rilevare vere e proprie lesioni o lacerazioni di uno o più elementi costituenti la cuffia.

Se da un’accurata ecografia o dalla risonanza magnetica (prescrivibili dal medico ortopedico o fisiatra) si evidenzia una lesione di uno o più tendini della cuffia, potrebbe essere necessario l’intervento chirurgico. Se invece non ci sono lesioni vere e proprie ma il dolore persiste anche dopo alcune terapie strumentali come Tecar, Laser o ultrasuoni, il caso può essere di competenza osteopatica.

L’osteopatia considera l’organismo come un’“unità funzionale” e non può quindi occuparsi di un’articolazione o un settore del corpo in maniera isolata, senza tenere conto di tutto il resto. Nel caso del dolore alla spalla è necessario studiare dapprima la biomeccanica dell’articolazione scapolo omerale del soggetto in tutti suoi aspetti attraverso precisi test attivi e passivi e, successivamente, integrare l’osservazione e i test sui settori del corpo che, meccanicamente e muscolarmente, lavorano in sinergia con la spalla: la colonna cervicale, il tratto dorsale, l’articolazione del gomito, quella del polso e la mano, ma anche il torace ed il diaframma. Lo scopo è analizzare dove sono situate le limitazioni funzionali, risolverle e quindi ripristinare l’equilibrio articolare e mio-fasciale di tutti i settori così che il movimento possa avvenire in modo armonico e senza limitazioni.

Tuttavia l’approccio osteopatico deve comunque tenere presente la storia clinica della persona (traumi e/o interventi chirurgici) e considerare anche eventuali problematiche di natura internistica come per esempio una steatosi epatica (fegato grasso) o un’epatite cronica, un’ulcera gastrica o una gastrite cronica perché in questi casi si possono attivare delle rigidità muscolari di natura neurologica riflessa (ad esempio fegato-spalla) che provocano dolore “riferito” e infiammazione della spalla. In questo caso può essere necessario l’aiuto di un medico specialista (epatologo o gastro-enterologo) per curare l’organo interessato, mentre l’osteopata con precise e dolci manipolazioni aiuta l’organismo a superare queste attivazioni neurologiche e a tornare in equilibrio.

Anche le cicatrici (esiti di interventi chirurgici o traumi) possono contribuire a creare aderenze mio-fasciali e, sebbene molto lontane dalla spalla, ne influenzano la fisiologica biomeccanica perché i sistemi mio-fasciali del corpo sono in continuità l’uno con l’altro e collegano tutte le parti del corpo sia superficialmente che profondamente. Compito dell’osteopata è quello di trovare tali aderenze per sciogliere dolcemente i tessuti, consentendo un miglior scorrimento, una migliore circolazione vascolare e linfatica e dunque un’ottima mobilità.

Questa è la visione olistica alla base dell’osteopatia che, attraverso il trattamento integrato dell’organismo, consente di capire e risolvere l’enigma del dolore scapolo-omerale.