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La multidisciplinarietà alla guida della Clinica

Dopo aver appreso i limiti di un approccio alla salute non multidisciplinare, approfondiamo insieme al Dott. Marco Corvino il valore che ne dà Advanced Osteopathy Clinic.

Quindi qual è dunque la nostra mission?

Avvalersi di più professionisti che possano osservare lo stesso problema confrontandosi e percorrendo una strada terapeutica congiunta in campo osteopatico, e laddove non fosse sufficiente, con il supporto di altre figure professionali che supportino le stesse visioni terapeutiche. 

Essendoci in ogni atto diagnostico, e quindi terapeutico, un errore scaturito dalla visione specialistica e personale, nessun professionista può possedere l’assoluta chiave d’accesso ai meccanismo di Salute di un paziente.

Il Prof. Rossetti chirurgo di medicina generale diceva: “Gli specialisti sono quelli che sanno sempre più cose, di sempre meno cose, fino a sapere tutto di nulla”. Senza entrare nel merito dell’argomento, ma constatando come oggi è organizzata la cura, si può sicuramente utilizzare la conoscenza specialistica a supporto della complementarietà, in un confronto basato sull’elogio del limite, che abbia come punto di partenza ciò che il singolo professionista non conosce e quindi non può vedere.                   

Immaginando la realtà di un paziente come un grande cerchio con all’interno tanti cerchi più piccoli, ognuno di essi rappresenterà una realtà di dimensione diversa. Su questo modello, quindi, possiamo sostenere che in base al cerchio che analizzeremo avremo una diversa prospettiva della stessa, che sarà più o meno grande. Ogni cerchio porta con se una verità, ma è sempre parte di un’altra più grande e così via fino all’infinito, o meglio, fino alla fine della conoscenza attuale.                                                                                                                      

Quello che noi possiamo offrire, quindi, è un pool di professionisti che possono, secondo le proprie conoscenze (ogni cerchio), costruire insieme una realtà diagnostica più possibile allargata per poter generare la migliore strategia terapeutica con il minor margine d’errore. Si passa della visione riduzionistica di una singola professione e/o professionista, alla visione integrata più idonea ai meccanismi biologici complessi degli esseri viventi.