DIFFICOLTÀ NELL’ALLATTAMENTO E OSTEOPATIA: INTERVISTA A UNA PEDIATRA, LA DOTTORESSA VISCONTI
- Cosa significa essere consulente babywearing?
Il babywearing è la pratica di indossare o portare il bambino in una fascia o in altro supporto portabebè che ha radici molto antiche e rappresenta un diverso approccio alla genitorialità.
Sono felice di operare come consulente certificata Babywearing Italia perché per me significa dare l’opportunità alle mamme di scoprire uno strumento potentissimo nella cura quotidiana del loro bimbo, che porta ad una più profonda coscienza dell’essere mamma e permette di riappropriarsi della fiducia nelle proprie capacità di accudimento.
Il contatto facilita il legame di attaccamento, previene la depressione postpartum, favorisce sia l’allattamento che un adeguato sviluppo posturale e scheletrico del bambino, nonché il suo sviluppo psicomotorio. I bimbi portati manifestano meno stress, piangono meno, sono positivamente sollecitati da stimoli sensoriali e possono sviluppare meglio il senso dell’equilibrio attraverso la percezione del movimento della madre. Questo perché il contatto è un bisogno primario ed ancestrale del neonato, sia fisico che psicologico; non un “vizio” né una moda. Ad oggi si sa che il babywearing può anche aiutare nella gestione di alcune patologie quali la displasia dell’anca ed il reflusso gastroesofageo.
Avvicinarsi al babywearing significa godere di momenti indimenticabili con il proprio bimbo, vere e proprie coccole… e non dimentichiamo che noi mamme ne abbiamo bisogno quanto i nostri figli!
- Perché al giorno d’oggi è importante ancora allattare al seno?
L’allattamento al seno, oggi come dall’inizio della storia dell’uomo, è la modalità specie specifica di nutrire i propri piccoli; il latte materno è l’alimento che si modifica di poppata in poppata secondo i bisogni particolari di quel bambino in quel momento. Ed è molto di più: è un tessuto vivo, contiene fattori di crescita, fattori antinfiammatori, antitumorali, cellule immunitarie, ormoni che non potranno essere forniti da nessuna formula adattata.
Molti studi scientifici ormai ci dimostrano che l’allattamento materno favorisce un miglior sviluppo cognitivo, previene l’obesità, l’insorgenza di malattie croniche ed autoimmuni e perfino alcune forme tumorali del bambino. Permette inoltre la formazione adeguata e vantaggiosa del microbiota intestinale (i batteri buoni che vivono in equilibrio nel nostro intestino), garantendo un equilibrio globale che riduce l’insorgenza di malattie acute e croniche.
L’allattamento al seno significa per il bambino il primo contatto con il mondo esterno; attraverso il seno esplora il mondo, viene consolato se ha dolore, può addormentarsi se ha sonno. Il legame di fiducia e dipendenza reciproca che si viene a creare tra mamma e bambino, proprio attraverso l’allattamento (ma non solo), è alla base delle future relazioni con gli altri e della fiducia in sé.
L’allattamento esclusivo per i primi 6 mesi e integrato con l’alimentazione complementare fino ai 2 anni, o finché mamma e bambino lo desiderino, è la prima forma di prevenzione e promozione della salute anche per l’età adulta.
- Quali possono essere i segnali di una problematica di “procedura “ nell’allattamento?
I segnali possono essere svariati e vanno sempre valutati con grande attenzione rispetto alla globalità di quell’allattamento. Ad esempio il dolore o le ragadi al seno; un neonato particolarmente sonnolento, che fa poppate poco efficaci, brevi oppure molto prolungate; una scarsa crescita in peso, magari associata ad eccessiva irrequietezza e pianto. Oppure ingorghi, mastiti e loro recidive, o ancora una produzione di latte inadeguata.
La problematica più frequente, che può portare a tutti i quadri elencati sopra, è un attacco superficiale o scorretto al seno e la risoluzione del quadro presuppone una valutazione accurata da parte di personale esperto ed adeguatamente formato. Chiedere aiuto è molto importante e tante volte le mamme non hanno attorno una rete di sostegno a cui fare riferimento, o si trovano spesso di fronte a pareri poco concreti o di scarsa qualità, che complicano ulteriormente la situazione. A tal proposito vorrei far conoscere la figura, poco nota in Italia, della consulente professionale in allattamento IBCLC (la cui certificazione si ottiene in seguito ad un’approfondita formazione teorica, ore di tirocinio e un esame molto rigorosi), che può aiutare concretamente ed efficacemente la mamma seguendo le più recenti evidenze scientifiche.
La storia della gravidanza e del parto, l’osservazione accurata di una poppata, dell’attacco, del seno materno, del bimbo, in particolare della postura del capo, delle abilità motorie di coordinazione e motilità della lingua sono la base per trovare la strategia più adatta per quella coppia mamma-bambino.
- Quando consiglia di portare i bimbi dall’osteopata?
Consiglio spesso una valutazione osteopatica pediatrica quando mi trovo di fronte a problemi di allattamento, in particolare di fronte ad un parto problematico, indotto, operativo, con utilizzo di ventosa. Spesso i bimbi presentano difficoltà di attacco, a volte rigidità nell’estensione del capo e nell’apertura ampia della bocca, mostrano vari gradi di difficoltà ad estendere ed elevare la lingua, movimenti essenziali per un buon attacco e una corretta suzione. Anche nei casi di frenulo linguale breve o borderline che potrebbe interferire con l’allattamento, l’osteopata è di grande aiuto (come trattamento conservativo ove possibile o come adiuvante pre e post-trattamento chirurgico). Molto utile il trattamento osteopatico anche nei casi di torcicollo miogeno o posture legate alla posizione del bimbo in utero. Altra indicazione importante il reflusso gastroesofageo o le coliche persistenti, che rendono i neonati/lattanti molto irrequieti e sofferenti.
- Perché secondo lei l’osteopatia può essere un valido aiuto?
Sono convinta che l’osteopatia sia un valido aiuto per alleviare le tensioni muscolari derivate dal parto, ancor più se operativo. In alcuni Paesi europei la valutazione osteopatica viene proposta a tutti i neonati in tutti i punti nascita, come promozione della salute e prevenzione di alcuni piccoli-grandi problemi che possano inficiare l’allattamento materno e la crescita del bimbo.
L’osteopatia può equilibrare la funzionalità di interi sistemi ed apparati (gastroenterico con coliche e reflusso) e migliorare l’esito di alcune procedure se necessarie (intervento di correzione del frenulo linguale). Inoltre il trattamento osteopatico non è traumatico, anzi, lo definirei gentile e ben tollerato anche dai bimbi più piccoli e dai loro genitori.