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Osteopatia e running: un binomio vincente

Negli ultimi anni la corsa è diventata un vero e proprio fenomeno di massa che riguarda la maggior parte degli italiani, grazie anche alla semplicità nel praticarla: basta un paio di scarpe da running e via, senza nessun abbonamento costoso o impegno vincolante.

Correre consiste in uno schema motorio autonomo che prevede una successione di movimenti che coinvolgono le articolazioni inferiori, ma anche il bacino e la colonna vertebrale e chr, se eseguiti per tempi prolungati e/o con eccessiva intensità, possono provocare micro-traumi e infortuni.

Durante la corsa, le strutture anatomiche interessate (muscoli, tendini, borse, cartilagini, nervi e ossa) vengono infatti sottoposte a sovraccarico funzionale che, in un fisico allenato, non crea conseguenze negative, ma in un organismo dall’equilibrio compromesso può causare disfunzioni.

L’osteopatia sta prendendo sempre più piede in ambito sportivo per l’importanza che la disciplina ricopre sia a livello curativo che preventivo, andando ad affiancare le varie professionalità. Il trattamento osteopatico infatti permette da un lato di ripristinare il corretto funzionamento delle articolazioni, dall’altro agisce in maniera precauzionale su eventuali tensioni ripristinando la mobilità.

Attraverso un’attenta analisi osteopatica e l’utilizzo di precise tecniche manipolative, è possibile risolvere le disfunzioni e favorire il processo di autoguarigione, riducendo al minimo la possibilità di contrarre infortuni e favorire un rapido recupero.

L’osteopatia dunque risulta un valido alleato per chi pratica la corsa: aiuta a ridurre i tempi di convalescenza e contribuisce alla massima efficacia del percorso riabilitativo. Una strada alternativa da sperimentare, per chi non vuole smettere di correre.